Originariamente i giardini nascevano come giardini di delizie, spazi di verde con un significato contemplativo, estetico e ricreativo dello spirito. Quello occupato dal giardino è uno spazio che quasi sempre viene associato a residenze, castelli, monasteri con un valore più utilitaristico che ornamentale. I fini alimentari prevalevano nella scelta di piante destinate a soddisfare esigenze di approvvigionamento di frutti che crescono in luoghi distanti. Tra queste vi sono state piante di grande interesse la cui introduzione nell’ambiente palermitano ha prodotto favorevoli risultati come il nespolo del Giappone, l’arancio amaro, il cedro ed il melograno provenienti dall’Oriente con cui si ebbero frequenti r apporti commerciali. La Sicilia non possiede nel suo clima e nel suo ambiente originario piante alimentari ad eccezione dell’ulivo, espressione più tipica ed autoctona di pianta di interesse alimentare ed anche estetico. Nemmeno il Carrubo è siciliano ma è naturalizzato da epoca fenicia proveniente dalle coste orientali del Mediterraneo, dalla Turchia, dal Libano e dal Corno d’Africa. Faceva parte anch’esso del “giardino delle delizie”, per alimentare il bestiame o in epoca recente sostitutivo del caffè in caso di carestia come in tempo di guerra. Insieme al carrubo anche il melograno, il ciliegio, il mandorlo con il susino e l’albicocco provengono dall’Oriente in particolare dall’Armenia. Erano giardini protetti anche da alte mura perché chi aveva la possibilità di coltivare questi alberi, li difendeva quanto più possibile come accade poi per gli agrumeti. Sorgono spazi verdi organizzati secondo criteri, disegni che soddisfano esigenze di vario tipo che seguono le mode del tempo, come il giardino all’italiana, quello rinascimentale, quello francese e poi quello all’inglese. Libero da costrizioni canoniche come l’aiuola, la siepe, le bordure sagomate, il giardino all’inglese è per definizione quello romantico. A Palermo, ben prima dell’Orto Botanico, istituzione museale e scientifica nata nel 1779, i Normanni, succeduti alla dominazione musulmana, non cercarono di sopraffare e cancellare l’elemento arabo (ciò avvenne col tempo, in seguito anche all’arrivo di vari colonizzatori latini), ma ne colsero e utilizzarono ogni aspetto. Di questo processo di assimilazione della civiltà musulmana, uno dei risultati oggi più visibili è quello che riguarda i “palazzi di piacere”, i “sollazzi”, che Ruggero II e i due Guglielmi si fecero costruire, secondo modelli che non hanno riscontro in tutta l’Europa cristiana, e i cui simili si trovano solo in Spagna. L’opera degli architetti e delle maestranze arabe è visibile in ogni genere di edificio ad uso “pubblico” voluto dai nuovi sovrani. La Conca d'Oro è la pianura sulla quale è adagiata la città di Palermo. questo itinerario guida alla scoperta della città attraverso i profumi.