Per varie ragioni storiche la Sicilia è il regno del cibo da strada, soprattutto per l’estrema variabilità e diversità dello street food. Mentre alcune regioni si identificano in un solo prodotto, pensiamo ad esempio alla piadina in Emilia Romagna, in Sicilia c’è invece una grande pluralità del cibo da strada, che rispecchia la molteplicità di culture specifiche, diffuse nei vari territori dell’isola. Oggi questo cibo, è diventato anche un cibo immediato che si offre al chiuso: pensiamo alle rosticcerie palermitane che si possono considerare una evoluzione del cibo da strada e sono abbastanza uniche nel contesto nazionale perché offrono, in larga misura, proprio il cibo da strada che lì è diventato cibo da bottega. La tradizione dello street food palermitano risale a migliaia di anni fa. Una storia che ha dei momenti chiave con alcuni prodotti che nascono dalle comunità nord africane, arrivate a Palermo, ma anche da comunità arabe e in parte ebree. Le panelle, ad esempio, sono di chiara derivazione araba, invece il panino con la milza, potrebbe risalire alle comunità ebraiche. Lo stesso cannolo risalirebbe, secondo alcuni, alla presenza araba in Sicilia Secondo altri studiosi, potrebbe invece risalire alle suore che abitavano nei conventi e si dedicavano a queste produzioni. Di sicuro ci sono produzioni che hanno delle storie molto antiche e altre più moderne. Con il tempo queste produzioni si sono stratificate: suore, venditori ambulanti, mercanti arabi o ebrei inventano lo street food in momento in cui, non esistevano i ristoranti come li conosciamo oggi e si mangiava e si viveva materialmente per strada”. lo street food può essere cotto o crudo. Può essere un finger food o può aver bisogno delle posate. Pensiamo ad esempio al polipo. La caratteristica più importante è l’immediata commestibilità del prodotto. La cosa interessante è che di alcuni prodotti si può vedere come è cucinato. Pensiamo alle panelle, alle crocchè, alla milza che sono fritte spesso davanti ai nostri occhi. Dello sfincione non si vede il processo di cottura ma, ancora oggi, è venduto per strada. Negozi e ambulanti si trovano disseminati in tutto il centro storico ma in particolare, lungo le vie dei mercati storici dove agli odori e profumi caratteristici si uniscono le tipiche voci dei venditori (abbanniate) che invitano ad acquistare la merce. Fanno parte delle tradizioni culinarie palermitane, altre prelibatezze che si preparano in occasione di particolari festività come il Natale e la festa dei defunti, in occasione della quale veniva allestita tra Ottobre e Novembre, una fiera, la fiera dei morti, nei pressi di via bara dell'olivella. I mercati storici Il quartiere della Loggia, posto nell’attuale mandamento Castellammare, chiamato anticamente Amalfitania, per la presenza dei mercanti amalfitani, è delimitato dal Cassaro (via Vittorio Emanuele), dalla via Roma, dalla Cala e dalla via Meli, attraverso la piazzetta S. Giacomo e la piazzetta Meli, e dallo slargo antistante la Chiesa di S. Domenico. Le Logge erano ambienti chiusi o aperti dove i mercanti discutevano dei propri affari e dove si esercitava la “MERCATURA”, arbitra delle sorti economiche, ma anche politiche della Sicilia. Non a caso, sino al 1617, su Piazza della Loggia prospettò anche il palazzo dove era la TAVOLA di Palermo – Banco pubblico – che nel secolo XIV era subentrato ai banchi dei mercanti – banchieri per sedare il fenomeno dilagante della falsa moneta. Il quartiere fu per secoli molto popoloso e quando la mercatura cominciò a declinare, ai mercanti si sostituirono le Corporazioni degli Artigiani che ancora oggi vengono ricordate nei nomi delle strade. Il quartiere vide così mutare in abitazioni le logge e trasformarsi lentamente le storte viuzze in un mercato alimentare: la “Vuccirìa”. Vucciria. Una volta era il mercato più caratteristico di Palermo, famoso per i numerosi venditori di pesce, anche se il nome “vucciria” deriva dal francese boucherie che significa macelleria, ed infatti a lungo vi abbondavano carnezzerie con i quarti di vitello appesi fuori. Oggi sono pochissime le bancarelle ma molti sono i locali dove mangiare e bere tanto da essere un vero punto di aggregazione dove si svolge la movida palermitana. Capo. E’ un mercato ancora attivo. Si estende lungo le via Carini e Beati Paoli, la via di S. Agostino e la via Cappuccinelle. Uno degli ingressi principali è quello di Porta Carini, nei pressi del Palazzo di Giustizia. Ci si trova di tutto: frutta e verdura di ogni specie, pesce fresco e anche meno fresco (bisogna saperlo conoscere), macellerie e venditori occasionali di tutte le etnie. Il tutto esposto al di fuori dei negozi e coperte dai caratteristici tendoni colorati che riparano dal sole e dalle rare piogge. Ballarò. E’ senza dubbio il più antico e il più caratteristico mercato storico di Palermo. Si estende dal Corso Tukory (Porta Sant’Agata lungo i bastioni antichi) fino a Casa Professa. Si snoda su più vie, tutte lastricate di balate spesso sconnesse e sempre bagnate, con il centro cruciale di Piazza del Carmine con l’omonima chiesa barocca. In realtà è difficile distinguere la piazza per via dei percorsi obbligati disegnati dai venditori che dispongono la mercanzia ordinatamente su cassette di legno e balate di marmo. La disposizione della merce è già un’arte bella e buona con le cannucce infilzate su ogni prodotto per indicarne i prezzi. Ci si può trovare veramente di tutto e non mancano i numerosi punti di street food dove gustare ogni sorta di cibo di strada palermitano e ultimamente cosmopolita. Una gita tra i sapori, i colori, gli odori, i suoni e i rumori di una Palermo multietnica e suggestiva. Il Mercato ortofrutticolo. E’ lo storico mercato di frutta e verdura di Palermo, volgarmente chiamato “Scàro”. Aperto sin dalle prime ore del mattino, è il posto dove tutti i fruttivendoli e non solo, vengono a comprare la merce fresca all’ingrosso, un vero e proprio tripudio di colori, di voci e di odori. Borgo Vecchio. Uno dei punti di ritrovo più affollati è la zona del mercato di Borgo Vecchio, che si trova tra Piazza Sturzo e Piazza Ucciardone. Questo mercato è l'unico che rimane aperto fino a tardi, attirando moltissimi giovani che qui si danno appuntamento per organizzare la serata.